Era aria di buono, di pulito, di facile. Mi è sembrato
che finalmente tutto avesse un senso. Che le sofferenze ed il dolore del
passato potessero essere ripagate da qualcuno che sapeva farmi sentire amata e
coccolata. Ho creduto che fosse arrivato il mio turno per essere felice. Ed
invece di base la vita è una merda. E basta.
Meglio adesso che dopo, mi dico. Magra consolazione. Perché
questa volta ci ho creduto. Non solo nella persona ma nella storia. Nel fatto
che fosse una svolta nella mia vita, la possibilità di progettare, di
affidarsi, di sentirmi accolta, di non essere più sola. Una storia vera,
facile, propositiva, senza sotterfugi e senza scheletri. Qualcuno con cui
pensare a cose da fare, posti dove andare, pensieri da condividere.
Non ci si innamora in un istante ma in un istante si
riconoscono le persone con cui c’è affinità e con lui c’era. Ed io, seppur con
duemila paure mi stavo innamorando, mi stavo aprendo, mi stavo fidando. La vita
mi ha tolto le illusioni, mi ha resa disincanta e dissacratoria. Con lui ho
creduto in una vita nuova, in una piccola favola. Probabilmente il destino che
è scritto per me è un altro e coincide con la solitudine. Mi sento come se
avessi fatto un frontale con un treno merci.
La vita è fatta di percorsi, cercati o subiti, che inevitabilmente
ci portano da qualche parte. Magari dove non avremmo mai pensato. Talvolta è
più importante il viaggio della meta, talvolta l’arrivo da senso alla strada
fatta.
C’è chi non si muoverebbe mai da dov’è, vorrebbe che tutto rimanesse sempre
uguale a se stesso. C’è chi percorre i sentieri battuti, con la rassicurante
presenza delle indicazioni. C’è chi tenta con le scorciatoie. C’è chi cerca vie
inesplorate e poco consigliate. Tutti
devono fare i conti con imprevisti, incontri, incidenti, che mutano gli
orizzonti e che cambiano le motivazioni.
Il cammino fatto ci rende quello che
siamo oggi e condiziona i passi di domani, non ne esiste uno migliore in
assoluto. Di certo ne esistono alcuni più faticosi, che rafforzano anima e
corpo. Ma quel che è stato non si può cambiare, possiamo solo scegliere lo
spirito con cui affrontare il prossimo bivio.
E’ un po’ che non scrivo. Ma dovevo mettere ordine.
Dentro.
La perdita di un equilibrio esteriore porta
inevitabilmente a sommuovere quello interno, che si voglia oppure no. Avevo
bisogno di silenzio con me stessa. Avevo necessità di chetare il tumulto interiore,
o meglio di permettergli di gridare e di essere. Reprimere non serve a nulla.
Far finta che non c'è nessun problema va bene con il mondo ma non con noi stessi. E’
giusto ed è normale che non tutto sia sempre sotto controllo, anche per una come
me. Ora sto meglio, anche se le voci – giuro, nessuno sdoppiamento di persona –
ci sono, la paura anche, tanta. Paura di non farcela da sola, paura di quello
che può succedere, paura di perdere quell’indipendenza così fortemente voluta,
cercata e conquistata.
Ma ogni tanto nella vita qualcosa di bello arriva e
forse, meglio andarci con i piedi di piombo, è qui. Incrociamo le dita.
E’ un dolore leggero, sordo, persistente. Faccio finta di
non sentirlo. Penso ad altro, faccio cose. Non ci riesco. Il subconscio agisce
al posto mio e di notte i sogni si moltiplicano. Avventure mirabolanti, corse,
fughe, ricerche. Faticosissimi.
La ragione cerca di controllare il pensiero che sfugge.
Tento di essere positiva. Oggi non mi riesce tanto bene.
Mi sono sempre impegnata, ho studiato, lavorato. Ho
affrontato tutto ciò che mi si chiedeva con il sorriso sulle labbra e con
grinta. Mi sono adattata a qualsiasi cosa che mi venisse proposta. E mi ritrovo
con un pugno di mosche. Sono stata corretta, onesta, seria. Non serve a nulla.
I tempi sono difficili, lo so benissimo, lo vedo e lo
sento ogni giorno. Ma ci vorrebbe un minimo di onestà intellettuale e di
rispetto per la vita del prossimo.
I problemi sono solo occasioni in abito da lavoro. Io mi
sarei stancata di occasioni.
Così come mi sarei anche un po’ stufata di cercare i
portoni che si dovrebbero aprire quando si chiudono le porte. O di riempire
bicchieri vuoti per farli diventare pieni.
Ma non posso e non voglio abbattermi. Mi obbligo a
credere che dietro a questo momento ci sarà qualcosa di bello. Cerco di non
pensare a chi, nonostante le mie mille domande e dubbi, mi ha rassicurata. E’
un dato di fatto, mai credere a chi ti dice “stai tranquilla”. Ciò che
veramente mi da fastidio è che tra persone adulte basterebbe parlar chiaro e
non raccontare bugie che da sempre hanno le gambe corte.
Qualcosa mi inventerò, non mi ha mai spaventata il lavoro
e non lo farà ora. A costo di andare a pulire i cessi. Perché qualcosa da fare
si trova. Chissà che magari non sia veramente l’opportunità di scoprire nuove
strade. Magari l’esperienza nello shopping finora maturata aiuta a cercare e
trovare altro.
Mi domando solo: ma ogni tanto un po' pianura, se non di discesa, non sarebbe possibile???