Qualcosa mi hai insegnato anche tu, ne avrei fatto a meno questa volta. Non
bisogna fidarsi, mai. Con te ho silenziato tutti i campanelli d'allarme, mi sono
convinta che fossero proiezioni di una vita difficile. Credevo di essere
talmente abituata alle fregature da volerle vedere anche dove non ci sono.
Abituata a storie difficili, a persone complicate ed irrisolte, a stronzi
dichiarati. Ma almeno con loro ti preservi l'anima, te l'aspetti che prima o poi
arrivi il brutto. Tu no, tu ti sei dipinto da principe azzurro dei nostri tempi,
da bravo ragazzo, da uomo all'antica. Mi hai riempita di attenzioni, di parole,
di favole. Ed io, perfetta idiota, ho creduto che potesse essere, che finalmente
la vela della vita aveva girato a mio favore, con il vento in poppa, verso la
felicità. Non ho voluto vedere i segnali che c'erano, ci sono sempre, e in altri
mille occasioni mi hanno messa in allerta. Mi dicevo di non essere negativa, di
non mettere in crisi ciò che funzionava. Ebbene mi hai insegnato che alle mie
sensazioni devo dare retta, sempre, perché loro non sbagliano, mai. Mi hai tolto
anche le ultime illusioni, quelle sepolte nell'anima. Non ho idea se ce ne siano
ancora, probabilmente se esistono sono ben nascoste.
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