venerdì 4 maggio 2012
Basta un ciao
Le storie iniziano e finiscono. Talvolta in un’istante. Le
motivazioni sono spesso irrazionali e non esplicabili. I sentimenti si
esauriscono e non necessariamente ci sono dei perché o delle colpe. Sovente
accade solo ad una delle due parti in gioco e l’altra nulla può fare per
sovvertire la fine. Sarebbe carino però dire qualcosa. Un ciao è sufficiente.
Ma il silenzio improvviso, sparire dall’oggi al domani senza un saluto o una
parola, continuo a non comprenderli. Un addio, per quanto doloroso e
inspiegato, è più facile da elaborare di un vuoto inatteso. Il vuoto lascia una
sospensione aperta a cui è molto più complicato porre un punto definitivo da
cui poter svoltare pagina. Vorresti andare avanti ma continui ad avere il
dubbio, e soprattutto la speranza, di aver capito male. Ti domandi che cosa ti sia sfuggito, cosa non
hai compreso, cosa possa impedire all’altro un qualsiasi cenno di vita. La
creatività crea delle giustificazioni paradossali al nulla perdurante. Continui
ad attendere mentre i giorni scorrono e la parte razionale di te ti ricorda
quanto sei deficiente a non arrenderti all’evidenza. I tagli netti sono
dolorosi ma sono molto meglio dei silenzi. Se ce ne vogliamo andare basta dirlo:
ciao, è finita. Dovremmo rispettare la vita delle persone a cui abbiamo voluto bene,
fosse anche solo per un giorno.
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