giovedì 3 maggio 2012

Il mestiere più antico

Ho seriamente pensato di dedicarmi al mestiere più antico del mondo. Non come occupazione principale ma come valida integrazione. Arrotondare fa comodo, in tempi di crisi e ristrettezze come questi gioverebbe non poco.
Ho cercato di capire con un’attenta analisi di mercato in quale contesto mi sarei dovuta inserire. L’approccio pragmatico da sempre ottimi risultati. Ho valutato con attenzione non solo l’offerta ma anche il target di clientela. Se il mestiere più antico del mondo non passa di moda, continuando non solo ad essere attuale ma molto redditizio, i motivi ci sono. Il proliferare e diversificarsi dell’offerta infatti non satura il mercato, piuttosto è come se stimolasse il riprodursi della richiesta. Inserirsi in una delle tante nicchie di mercato non era per nulla difficile, anzi. Eppure alla fine ho deciso di non farlo. Non per pruriginosi moralismi. Neanche per questioni logistiche, tutto è organizzabile. Piuttosto è stata un’altra riflessione. Voglio che continui a piacermi farlo.  E qualsiasi cosa ci piaccia fare nel momento in cui diventa un obbligo, diventa irrimediabilmente meno divertente. Potevo giocarmi uno dei pochissimi divertimenti che mamma natura mi ha regalato?

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