giovedì 17 maggio 2012

Occorre rallentare

Quante persone sono a tal punto prese dalla sopravvivenza da dimenticare se stesse. Quante coppie si perdono in quel complesso meccanismo che condiziona la quotidianità della maggior parte di noi adulti. Siamo così concentrati ad arrivare alla fine delle giornate da non avere il tempo di fermarci e pensare. Lavoro, impegni, famiglia, figli, obbligano a complesse dinamiche logistiche che assorbono le energie. Si ha bisogno di talmente tanto impegno per riuscire a fare tutto che diventa impossibile pensare a null'altro. Alla sera si arriva stremati, si fa finta di chiacchierare per poi svenire sul divano. Passano i giorni, i mesi, gli anni senza mai riflettere se la persona con cui si è sia veramente quella che si desidera. Se talvolta questo pensiero fa capolino tra i mille altri viene immediatamente surclassato da problemi più urgenti o che si ritengono più importanti.
I problemi vengono a galla quando per puro caso ci si ferma o anche solo si rallenta. Scoppiano le incomprensioni, i malumori, le discussioni, i litigi. Ed allora qualcuno dice: ecco, non capisco, ora che le cose andavano bene ce la prendiamo per delle sciocchezze. Forse perché non sono cose di così poca importanza, l’oggettività dell’inezia si scontra con la soggettività di chi la sta vivendo. Il disaccordo sul particolare che pare futile è spesso sintomo di un malessere ben più profondo. Impegnati a sopravvivere, a vivere a rotta di collo, ci si è dimenticati dei bisogni dell'anima. Gli unici che danno un motivo per vivere veramente quest'esistenza.

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