martedì 22 maggio 2012

Gnomo biondo

Quando mi dissero che era nato saltellai di felicità, non sapevo neppure io perché, ancora troppo piccola per essere consapevole. Ricordo perfettamente la prima volta che lo vidi, un microscopico esserino con troppa pelle, faceva grinze ovunque. Fu amore immediato.
Gli anni si sono rincorsi, è diventato grande. Se ripenso al passato mi appaiono sue immagini che da vivace gnomo biondo lo trasformano nell’uomo di oggi. C'è sempre stata troppa differenza d’età per poter litigare e l’istinto materno ha giocato a suo favore. Ho provato a dare a lui la sicurezza in se stesso che a me non avevano dato. Volevo che fosse migliore di me. Volevo che si sentisse forte. Volevo che fosse più felice di me. Non so se ci sono riuscita.
L’ho difeso, vezzeggiato, consolato, appoggiato, viziato, a volte forse troppo. Ma con lui non riesco ad avere una visione obiettiva. Nonostante ci abbia provato non sempre sono riuscita a proteggerlo dalle ferite della vita, il mio scudo a volte non è bastato. Ho raccolto qualche coccio, l’ho aiutato a rialzarsi e a spiccare nuovamente il volo. Amare significa anche lasciar andare per la propria strada. Gli anni passano eppure per me non cambia nulla, io rimango la sorella grande e lui il fratello piccolo.

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