La parte più divertente è che inevitabilmente senti che nell’aria aleggia la domanda inespressa: ma tu? Avevo vent’anni e mi dicevano che sarebbe arrivato il momento in cui avrei sentito l’irrefrenabile necessità di diventare madre. Probabilmente il mio timer è bruciato perché la penso esattamente come allora sebbene cominci ad essere un po’ passatella.
Accade che il fatto che io non sia alla spasmodica ricerca di un padre per i miei figli venga scambiato con un disinteresse a priori per il concetto riproduzione. Non è così. Mi piacciono i bimbi e mi piacerebbe essere madre. Peccato non lo ritenga un progetto da costruire a tavolino.
Credo fortemente che una creatura debba nascere da un progetto di vita condiviso, per quanto fuggevole, almeno il momento del concepimento ha un senso profondo solo all’interno di un grande amore. La vita è strana, le cose possono cambiare o finire, ma almeno l’inizio deve essere così. Forse è una visione troppo poetica per la realtà, ma non riesco a liberarmene, e non avendo nulla che assomigli ad un grande amore, almeno reale per quanto momentaneo, lascio che la vita scorra. Non so se sarà destino oppure no, gli anni passano, quindi comincio a credere che non lo sarà, ma non importa, ci sono cose su cui non sono disposta a scendere a compromessi.
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