mercoledì 4 aprile 2012

Parole e azioni

La risposta più rapida è l’azione.
Così mi dicevano tanti anni fa. Faceva parte di uno stock di frasi fatte di cui alcune persone che frequentavo allora si riempivano la bocca. Al di là delle frasi c’era il vuoto, ma questo l’ho scoperto tempo dopo.
Di per sé l’affermazione è pregnante, peccato spesso per gli uomini diventi un alibi. Molti si trincerano dietro al fatto che non parlano perché in realtà agiscono e le loro azioni dovrebbero essere molto più rilevanti. Alcuni ci credono veramente mentre lo dicono, per i più è una scusa per fare ciò che vogliono e poi dirti che hai capito male. Il punto è che le parole attribuiscono significati più profondi a molte azioni, ne aumentano lo spessore e il senso. D’altronde le parole senza fatti che le concretizzino rimangono sospese nel tempo, sovente promesse di un qualcosa che dovrà avvenire e si trasforma in un eterno Godot. Giocare sul dubbio dell’interpretazione, sul non intendevo e sul non credevo, fornisce scappatoie e pretesti per cambiare le carte in tavola. Alla fine sei sempre tu che hai capito male. Così vivi nel dubbio e se domandi o cerchi di capire diventi irrimediabilmente problematica, gli impedisci di giocare a nascondino.
Parlare e agire coerentemente obbliga ad essere sinceri intanto con se stessi e poi con il prossimo. Richiede onestà intellettuale ed emotiva. Richiede coraggio, questo sconosciuto.

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