martedì 10 aprile 2012

Silenzi ed attese

Quando ero giovane – molto più di adesso, è chiaro – credevo che tutto sarebbe accaduto da un momento all’altro. Mi aspettavo che la mia vita si dipanasse in un rapido ed incessante susseguirsi di avvenimenti e scalpitavo nella frenesia di scoprire le mirabolanti avventure del mio futuro. Beata adolescenza.
E’ vero, le sorprese non sono mancate, ma di molte avrei fatto volentieri a meno. Inoltre gli anni, e soprattutto gli uomini, mi hanno insegnato che l’accadere è incastonato dentro all’attendere. La mia esistenza è stata connotata dai silenzi e dalle attese. Innumerevoli. Un tempo le vivevo con ansia, ho faticato ad imparare a conviverci, ad accettare che nulla potevo contro l’inevitabile. Tutt’oggi talvolta lotto con l’irruenza e l’impulsività che vorrebbero smuovere le acque, far accadere e far parlare.
Ho imparato a dar spazio alla pazienza ed al respiro. Cerco di aprire la mente, tentando di comprendere se quel che attendo vale l’attesa. Sposto l’attenzione su ciò che ho. Fosse anche solo il vento nei capelli, lo sciabordio delle onde ed i miei pensieri in cui tuffarmi e ritrovarmi. Tutto scorre, cambia faccia, accade e passa, io rimango. Il silenzio e l’attesa non sono più tempi vuoti ma opportunità per stare con me.

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