Non la conosco, ma sul lunotto posteriore della sua Cinquecento ha una targa con scritto il nome. Ed ogni giorno la ritrovo nello stesso punto, tarate sul medesimo fuso orario. E’ entrata a far parte di quelle consuetudini che mi danno un senso di sicurezza. Ho bisogno di ritrovare delle tracce per riconoscermi. Talvolta è sconcertante quanto in fretta io cambi le mie abitudini e mi affezioni a quelle nuove.
Quando nella mia vita qualcosa si trasforma, per i più svariati motivi, chiudo il vecchio in un cassetto e cerco di appropriarmi il più rapidamente possibile del nuovo, tassellando la mia quotidianità di riferimenti, di ancore di sicurezza. Quasi a voler marcare la vita, oltre che il territorio. Poi d’improvviso un particolare evoca ciò che è stato. Può essere una voce, un’immagine, spesso un odore. Uno dei cassetti del passato si riapre ed all’interno ritrovo come fotografie ingiallite le emozioni e le sensazioni, ogni particolare che in un certo periodo mi sembrava “normale” e che non è più. Mi accorgo che è tutto diverso e non so dire con precisione quando è accaduto.
Domani però ritrovo Camilla, tutto a posto.
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