mercoledì 7 marzo 2012

Singletudine

La singletudine è una condizione dell’animo ed è molto diversa e lontana dalla solitudine. Nasce dalla serenità interiore, dalla libertà e dall’indipendenza.
Credo di essere nata, vissuta e cresciuta, single. Ho avuto fidanzati, amori, amanti, trombamici, amici ma, trascorsi i primi anni dell’adolescenza – quando ancora credevo nel Mulino Bianco – sono arrivata alla conclusione che prima di tutto ci sono io. Se non sto bene con me stessa, è banale, difficilmente posso stare bene con qualcun'altro. E’ stato un percorso spesso faticoso e accidentato, lo è ancora oggi talvolta. L’equilibrio è difficile da raggiungere e soprattutto, se è reale, è sospeso tra momenti di profondo disequilibrio, di domande, di riflessioni a volte dolorose. Sono da sempre convinta che la felicità non può dipendere da qualcuno, dalla sua presenza o assenza nella mia vita. Esistono delle persone con cui condividere, fare un tratto di strada insieme, ma non ci si può aggrappare l’uno all’altro, anche quando è dura ci va la forza di ritornare a camminare con le proprie gambe il più presto possibile. Il piacere che mi può dare avere qualcuno accanto non è nel sostegno in un momento di difficoltà, bensì nello specchiarmi nei suoi occhi mantenendo la mia identità.
Quando facevo questi discorsi a vent’anni mi prendevano per pazza, mi dicevano che dicevo così solo perché ero giovane, che l’orologio biologico mi avrebbe fatto cambiare idea. Non è vero, la penso sempre nel medesimo modo. Anzi, con il passare degli anni, alcune convinzioni sono sempre più lucide e radicate in profondità. E se talvolta il prezzo della singletudine è un po' di solitudine, quando sto con qualcuno è una scelta di gioia, di profonda condivisione di felicità. La vita è troppo breve per non cercare di essere felici.

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