Non è che qualcuno ha un papà da prestarmi? Perché io non ho avuto una gran fortuna al riguardo.
Sono riusciti a cancellarmi in due dalla loro vita, che non è da tutti. In
qualche modo lo posso considerare un primato.
Il primo, quello biologico, non era tagliato per fare il
padre. Faceva parte di quella generazione che si ritrovava genitore, non lo
sceglieva. E lui aveva molto altro per la testa: donne, gioco, divertimento.
Quando si separarono ero piccola, mi veniva a prendere la domenica mattina per
due ore, tour dal giornalaio e poi a leggere ciascuno per proprio conto fino a
che non era il momento di riaccompagnarmi. Non mi feci neanche mancare il
matrimonio “di coscienza” con la nuova fidanzata. Sarà lì che ho iniziato a
detestarli? Presto cominciai a trovare scuse per non incontrarlo e le visite si
diradarono fino a non vederci più. Sono passati quasi tre decenni. I primi anni
arrivava il regalo per il compleanno con i fiori, poi solo più i fiori, poi un
sms, ultimamente mi ha chiesto l’amicizia su facebook. I potenti mezzi tecnologici.
Un paio di anni fa ha voluto incontrare mia madre, le ha detto che si rendeva
conto di quel che aveva perso e che gli dispiaceva. Fuori tempo massimo.
Con il secondo abbiamo vissuto insieme per vent’anni, non
ha mai fatto il padre ma gli volevo bene. All’epoca dell’inizio del loro
rapporto ero piccola, credo facessi parte del pacchetto all inclusive. Quando si separarono ero grande, sapevo a cosa si
andava incontro e fu uno schifo. La separazioni tirano fuori il peggio delle
persone. Mi ha eliminata dalla sua vita, con un colpo di spugna. Dopo non
avermi parlato per due anni abbiamo ripreso educati rapporti. Lui mi fa gli
auguri al compleanno e alle feste comandate, sempre con un sms. Per ora nessuna
presa di coscienza, sono arrivata alla conclusione che non ce l’abbia.
Oggi è la festa del papà, magari mando loro un
sms: “Auguri per quello che saresti potuto essere e hai scelto di non essere.”
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