martedì 6 marzo 2012

Un pomeriggio di pioggia

L’appuntamento era in Piazza Vittorio. Peccato ci fosse Cioccolatò, fosse domenica pomeriggio e altre cinquemila persone avessero avuto la stessa idea. Strategicamente due volpi. Trovarsi e riconoscersi è stata un’impresa. “Ho una giacca di velluto verde”, un giorno magari gli spiegherò che era fustagno… Occhi negli occhi abbiamo sorriso, era facile. Ci siamo allontanati dalla folla, perdendoci nelle piccole vie della grande città, alla ricerca di un luogo dove fermarsi e parlare in tranquillità. Giorno festivo e nulla di aperto, con le prime gocce di pioggia che scendevano. Ovviamente nessuno dei due si era ricordato di portare un ombrello e non erano solo due gocce. Correndo ad attraversare gli incroci, camminavamo rasenti i muri, uno in fila all’altro, io davanti e lui dietro, bello sentire il suo sguardo sulla mia nuca, sembravamo usciti da un film degli anni ’50. Finalmente una deliziosa caffetteria aperta, un piccolo tavolino con alti sgabelli in vetrina, tante torte ed un the da condividere. Le parole fluivano e due ore sono trascorse senza accorgersene, con le mani che si sfioravano dapprima con finta casualità e poi a cercare il contatto. “Mi piacerebbe rivederti” ha detto. Ci siamo baciati per strada, al riparo di un balcone, cartolina color seppia degna di un Harmony. E’ tutto semplice, forse, incrocio le dita.

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