venerdì 9 marzo 2012

Il primo amore

Avevo 19 anni, una vita fa. Non solo ero giovane ma le mie esperienze in fatto di uomini erano a dir poco limitate. Ho passato buona parte dell’adolescenza a non credere in me stessa, il miglior modo per non attrarre nessuno e vivere di film e illusioni. Prima di lui qualche storia di poco valore, a parte una molto dolorosa appena terminata.
Ricordo di averlo visto in discoteca, mi sembrava bellissimo, forse all’epoca lo era anche. Sulla carta non era consigliabile: 33 anni, molto sposato e molto con un figlio. Fin da subito mi disse che non avrebbe mai lasciato la sua famiglia. Per me non era un problema, ero fuori dagli schemi, fu facile imparare ad essere amante molto prima che fidanzata. L’ho amato con tutta me stessa, come solo a quell’età si può fare, quando vivi tutto per la prima volta, senza filtri. Quando non hai mai sentito, non hai mai provato, eppure sei pronta a tutto. Non ho fatto follie per lui, non ce n’è mai stato bisogno, lui c’era: brillante, divertente, navigato. Con gli occhi di oggi mi rendo conto che mi deve aver voluto molto bene perché non mi ha mai ferito. Avrebbe potuto, come altri dopo di lui, ed invece no, non mi ha mai promesso nulla. Mi ha coccolata e vezzeggiata, mi ha fatto scoprire il mondo del piacere e della trasgressione, a godere mi insegnò qualcuno molto tempo dopo.
Quando cominciavo a legarmi troppo e rischiavo di rovinarmi la gioventù, mi ha lasciata andare con molta dolcezza, restituendomi la mia libertà. Negli anni mi è capitato di rivederlo, troppa vita l’ha invecchiato prematuramente ma i suoi occhi non sono cambiati, mi guardano con l’affetto di allora.

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