giovedì 8 marzo 2012

Effetto mozzarella

Un animaletto aveva iniziato a corteggiarmi. Si era invaghito di me grazie ai racconti di una terza persona, questa sì molto speciale, che in preda a momentanei deliri tesseva mie sperticate lodi. Il contesto non era propriamente tradizionale ma l’aspirante si poneva con modi gentili e parole scelte con cura. Giocava anche con discrezione al “io so che tu sai che io so”, creando una sottile rete di celate allusioni molto divertente. In parte voleva anche testare quanto io fossi onesta con l’elemento in comune, ingenuo. Arriviamo comunque ad un contatto in chat in cui si lancia in apprezzamenti della mia assoluta bellezza, del mio incredibile fascino e pazzesca intelligenza. Da ciò si capisce quanto poco in realtà mi conoscesse! Blandita dalle sue parole ventilo l’eventualità di una conoscenza il giorno in cui fossi nuovamente andata a trovare il comune amico. Ma – l’esperienza serve pur a qualcosa – gli chiedo se gentilmente vuole inviarmi una sua foto. Ora, io mi domando, già non sei una bellezza (ed è un eufemismo) ed hai un paio di occhiali che sembrano usciti da un telefilm anni ’70, ma puoi farti una foto a torso nudo adagiato sul letto? Non hai il pettorale scolpito e l’effetto pallido floscio l’unica cosa che fa venire in mente è una mozzarella fuori dal frigorifero da troppo tempo! Se mamma natura non ti ha aiutato cerca almeno di valorizzarti un pochino, suvvia. Perché qui non si tratta di bellezza, ma di buon gusto. Se sono un cesso almeno cerco di rendermi affascinante… ma come faccio a spiegarglielo?

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