mercoledì 14 marzo 2012

Niente giochi, ho da fare

Non ho più voglia di cazzate. Non ne avevo a vent’anni, figuriamoci ora. Anzi, per certi versi allora ero ancora più intransigente. Adesso è soprattutto una questione di economia di tempo ed energia.
Ho la fortuna di avere una vita che mi piace e mi appaga. Una famiglia ridotta ai minimi termini, molto unita, su cui poter contare. Poche amicizie selezionate nel tempo, a cui voglio bene e con cui trascorro dei bei momenti, che mi danno affetto e attenzioni. Passioni coltivate negli anni che mi riempiono il tempo libero e mi danno gioia e soddisfazione. Un gatto splendido.
Ho raggiunto un equilibrio interiore che mi consente di vivere con serenità e di affrontare con grinta i problemi che la vita presenta. Certo, tutto è migliorabile, si può arricchire di persone e di emozioni. Ma non di perdite di tempo. Per quelle ho esaurito la pazienza e la tolleranza. Mi piacerebbe innamorarmi ancora, credere che sia possibile, vivere l’utopia. Però i giochetti stanno a zero, sono faticosi e inutili. Non ho voglia di perdermi dietro a congetture e strategie, le cose o funzionano o non funzionano, non si fanno funzionare. Quando una persona ci tiene lo dimostra, in molti modi non in uno specifico, ma si percepisce senza ombra di dubbio.
Per chi c’è e poi scompare, per chi latita, per chi promette e non mantiene, per chi racconta palle, per chi si nasconde dietro ad un dito, per chi non ha coraggio, per chi vive senza emozioni, per chi scade nello scontato, per chi non ha voglia di stupire e di stupirsi, per chi è banale, per chi non è capace di dare, mi dispiace, potete autoeliminarvi, ho di meglio da fare e a cui pensare.

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